Biancamaria STIVANELLO

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Avvocato cassazionista con studio in Padova dal 1994.
Si occupa di diritto e fiscalità dello sport dilettantistico e del Terzo Settore, prestando attività di consulenza e assistenza, in sede stragiudiziale e giudiziale.
Svolge attività di formazione per quadri e dirigenti di associazioni e società sportive dilettantistiche e di enti non profit nell’ambito degli Enti di Promozione Sportiva, degli Enti di Promozione Sociale e di alcuni progetti ed eventi della Scuola dello Sport del CONI.
Pubblicista e Direttore di PQM notiziario della Camera Civile degli Avvocati di Padova “Alberto Trabucchi”.
Dal 2019 socio e componente del comitato di redazione della rivista on-line “Fiscosport”.
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Lavoro sportivo e “quota 100”: divieto di cumulo anche per i compensi inferiori a 5.000 euro?
Il cambio di paradigma introdotto con la riforma del lavoro sportivo a opera del d.lgs. n.36/21, che prevede il totale superamento del sistema dei compensi sportivi dilettantistici e qualifica sempre come lavoratore colui che opera a titolo oneroso, comporta una serie di conseguenze a cascata anche in ordine all’applicazione di specifiche discipline, come ad esempio la c.d. “quota 100”.
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Sportivi senza prestazioni occasionali
Nel nuovo quadro della riforma del lavoro sportivo alla luce del decreto legislativo correttivo n. 163/22 che ha integrato e modificato il d.lgs. n. 36/21 non trovano spazio le prestazioni occasionali e pertanto a partire dal 1.01.2023 – o dalla ulteriore data di differimento della riforma, totale o parziale, che è allo studio del Governo – l’inquadramento dei lavoratori sportivi con applicazione della disciplina fiscale e contributiva differenziata non sembra potersi applicare al lavoro occasionale. Vediamo perché
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Il “baretto” dell’associazione sportiva
Un quesito giunto in redazione ci dà la possibilità di approfondire - anche alla luce della riforma dello sport e del terzo settore - il trattamento fiscale e gli adempimenti amministrativi che spettano a una a.s.d. senza partita IVA che voglia avviare una attività di somministrazione di alimenti e bevande destinata, come da statuto, ai soci e tesserati in occasione di eventi e corsi sportivi.
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Figura e inquadramento del lavoratore sportivo
In questo contributo analizzeremo il nuovo concetto di lavoratore sportivo - che delimita l’ambito di applicazione della legislazione speciale in materia di lavoro sportivo - e le tipologie contrattuali, con particolare attenzione alla fattispecie del lavoro autonomo nella forma della collaborazione coordinata e continuativa, quale naturale modello di riferimento che si adatta a molte situazioni di fatto largamente diffuse nel settore
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Inquadramento degli istruttori sportivi: tre scenari possibili
La stagione sportiva riparte tra mille difficoltà dovute agli effetti della pandemia, ai rincari dei costi fissi e, come sempre, all’annoso problema dell’inquadramento dei collaboratori sportivi che quest’anno, se possibile, si denota ancor più preoccupante per lo scenario di incertezza che si prospetta all’orizzonte
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Rifiuto di consegna della tessera e esclusione dalla vita sociale – Commento a Trib. Treviso
È legittimo il comportamento dell’associazione che si rifiuti di consegnare la tessera al socio in sede di rinnovo? Ed è legittimo escludere il socio dall’assemblea perché privo della tessera? Due sentenze del Tribunale di Treviso - n. 475/22 del 4/3/22 e n. 750/22 del 4/5/2022 - rispondendo negativamente a entrambi i quesiti, affrontano questioni civilistiche di un certo interesse in tema di rapporto associativo, tesseramento ed esclusione degli associati, che costituiscono validi punti di riferimento per l’interpretazione delle clausole statutarie, spesso non troppo chiare
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Compensi sportivi e custode della palestra
Alla luce di una recente presa di posizione dell'Agenzia delle Entrate pare che il particolare regime previsto per i compensi sportivi non potrebbe trovare applicazione nel caso del custode di una palestra gestita da una a.s.d. Si chiede conferma di questa linea interpretativa. Grazie
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I tempi di rinnovo delle cariche sociali
Ogni quanti anni l'associazione deve rinnovare le proprie cariche sociali?
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La modifica dello statuto di una a.s.d.: quale forma?
Nello statuto di una a.s.d. non sono indicate alcune clausole individuate nell'art. 148 c. 3 del T.U.I.R. e va dunque modificato: si tratterà di inserire parti mancanti come ad esempio il "divieto di distribuire anche in modo indiretto, utili o avanzi di gestione"... Affinché l'a.s.d. possa dirsi in regola, si chiede se, una volta tenutasi l'assemblea straordinaria, sia sufficiente il solo verbale da allegare allo statuto o se si debba invece registrarlo all'agenzia delle entrate. Grazie
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Compensi a volontari e lavoratori di una APS
Una associazione culturale APS operante come ente del terzo settore svolge dei corsi didattici di musica e canto, rivolti ai propri soci. Alcuni insegnanti sono membri del consiglio direttivo, altri sono soci ordinari, quasi tutti sono dipendenti pubblici. Si chiede come inquadrare tale figure per eventuali compensi, rimborsi spese/chilometrici. Ad oggi hanno prestato le lezioni come volontari a titolo gratuito o con collaborazioni occasionali fino a 5.000,00 € versando ritenuta d'acconto. Viste le nuove norme per il terzo settore sui volontari ci si chiede come inquadrare tale figure. Grazie della vostra disponibilità, buon lavoro
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Riforma dello sport e modifica statuti: ancora chiarimenti
Nello statuto di una a.s.d. che si occupa prevalentemente di danza sportiva manca il riferimento alla didattica, sebbene vi sia l'indicazione di attività di "formazione, corsi propedeutici e di educazione nelle arti performative". Alla luce del recente articolo dell'avv. Barbara Agostinis in tema di riforma dello sport e necessità di adeguare gli statuti delle a.s.d., si chiede se la citazione sopra virgolettata possa essere intesa come attività didattica o se invece sia consigliabile modificare lo statuto ed esplicitare "attività didattica". Grazie