Leggiamo insieme i numeri della fotografia scattata da Sport e Salute.
Le domande pervenute al sistema per il 2020 sono state 208.653, di cui 88.643 donne e 120.10 uomini.
Delle richieste pervenute, il 99,77 % ha residenza in Italia e lo 0,23 % ha residenza all’estero, mentre i laureati sono il 19,73 %, i diplomati il 50,48 %, in possesso di licenza media il 13,41 % e di licenza elementare lo 0.30 %; seguono i dottorati allo 0,09 % mentre chi non ha indicato niente è stato il 15,99%.
Le collaborazioni sono state svolte per la maggior parte a favore di associazioni e società sportive dilettantistiche. Difatti, le istanze pervenute da questi soggetti sono state 186.312, mentre 13.004 dalle Federazioni Sportive Nazionali, 3.636 da Enti di Promozione Sportiva, 104 da Discipline Sportive Associate, 5.508 dal Coni, 89 dal Comitato Paralimpico.
La maggior parte dei compensi dichiarati per il 2019 al sistema di Sport e Salute è inferiore a 2.000 euro con una percentuale del 29.05 %, mentre i compensi che superano i 10mila euro sono pari al 6.40 %.
La regione dalla quale sono pervenute e quindi erogate le maggiori indennità è stata il Lazio con 28.133 mila istanze pari al 13.51%; la seconda è risultata la Lombardia con 25.998 istanze pari al 12,49 % e la terza la Campania con 22.055 istanze pari al 10.59 %.
Delle 208.653 domande pervenute, 108.671 sono allenatori, tecnici o istruttori; 44.303 sono atleti dilettanti; 20.180 collaboratori amministrativi; gli arbitri e ufficiali di gara sono 10.075; i preparatori atletici 3.136; gli addetti al salvamento in piscine 2.560; i direttori sportivi 2.387; seguono infine i formatori: 1.275, e i commissari di gara 111; 15.955 sono inseriti nella categoria residuale “altri”.
Va ricordato che il rapporto Coni del 2017 riporta nel suo censimento (pag. 4) che i tecnici tesserati delle sole Federazioni sportive e delle Discipline associate erano 257.625 mentre gli ufficiali di gara 117.932 e gli atleti 4.703.741.
Ricordando che era preclusivo all’accesso al contributo lo svolgimento di altra attività di lavoro autonomo o dipendente, il quadro che ne esce ci pare abbastanza chiaro:
- buona parte degli allenatori, tecnici o istruttori ha richiesto in contributo, si tratta quindi di soggetti che non hanno contemporanee attività lavorative, quindi studenti o soggetti che svolgono solo tale attività e traggono da essa il proprio reddito (questi ultimi evidentemente non molti, dato che solo il 6,4% ha percepito più di 10.000 euro
- la richiesta è invece pervenuta da solo una minima parte degli arbitri e ufficiali di gara, che evidentemente svolgono altre attività lavorative
- percentualmente minime sono le richieste da parte di atleti, ma per raffrontare dati omogenei bisognerebbe conoscere il numero degli atleti che effettivamente ricevono un compenso: i quasi 5 milioni indicati nel rapporto CONI sono di fatto tutti i praticanti attività sportiva, numero che ai fini della presente indagine non ha evidentemente rilevanza.
Va infine ricordata qui la risposta di Sport e Salute a una specifica richiesta dell’avv. Biancamaria Stivanello, che conferma che tali indennità non si cumulano con eventuali altri compensi sportivi dilettantistici percepiti nel 2020; ne abbiamo parlato qui: Non si cumulano i bonus e i compensi sportivi.