1^ argomento di discussione del 3° Meeting dei Consulenti Fiscosport in programma ad Alassio (Savona) il 14 ottobre 2006 alle ore 15 presso la Biblioteca di Alassio - piazza Airaldi e Durante 7 - ingresso libero ai consulenti e agli addetti ai lavori - riconosciuto per i crediti formativi da parte dell'Ordine dei Dottori Commercialisti e del Collegio dei Ragionieri di Savona Premessa L’art. 148, comma 3 del TUIR prevede, per le associazioni sportive, che i proventi conseguiti con le attività svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali, effettuate verso pagamento di corrispettivi specifici nei confronti degli iscritti, associati o partecipanti, di altre associazioni che svolgono la medesima attività e che per legge, regolamento, atto costitutivo, o statuto fanno parte di un’unica organizzazione locale o nazionale, dei rispettivi associati o partecipanti e dei tesserati dalle rispettive organizzazioni nazionali, assumano la natura di proventi non commerciali. In sostanza il legislatore fiscale ha previsto alcune condizioni che, ove realizzate, consentono di non considerare proventi tassabili le somme conseguite a fronte di specifiche prestazioni. Tali corrispettivi, diversamente, dovrebbero essere considerati quali entrate aventi natura commerciale. Le condizioni sono indicate qui di seguito: - le prestazioni devono essere poste in essere da un’associazione sportiva, cioè avente le caratteristiche di cui all’art. 90 della legge n. 289/2002, e cioè la denominazione sociale con l’indicazione del carattere sportivo dilettantistico dell’attività, le norme sull’ordinamento interno ispirate al principio di democrazia e di eguaglianza dei diritti di tutti gli associati, e così via; - devono essere rese in diretta attuazione degli scopi istituzionali; - devono essere rese nei confronti degli iscritti, associati o partecipanti che abbiano diritto di voto per l’approvazione e le modifiche dello statuto e dei regolamenti per la nomina degli organi direttivi dell’associazione; - gli statuti devono essere conformi alle clausole indicate dagli artt. 148 del TUIR e 90, comma 18 della legge n. 289/2002, e cioè devono prevedere l’obbligo di redigere ed approvare annualmente un rendiconto, la libera eleggibilità, e così via. La costituzione delle società di capitali senza scopo di lucro ha fatto sorgere, sin dall’approvazione dell’art. 90, il problema dell’applicazione delle suddette disposizioni anche nei confronti di questa nuova categoria di soggetti.
1^ argomento di discussione del 3° Meeting dei Consulenti Fiscosport in programma ad Alassio (Savona) il 14 ottobre 2006 alle ore 15 presso la Biblioteca di Alassio - piazza Airaldi e Durante 7 - ingresso libero ai consulenti e agli addetti ai lavori - riconosciuto per i crediti formativi da parte dell'Ordine dei Dottori Commercialisti e del Collegio dei Ragionieri di Savona Premessa L’art. 148, comma 3 del TUIR prevede, per le associazioni sportive, che i proventi conseguiti con le attività svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali, effettuate verso pagamento di corrispettivi specifici nei confronti degli iscritti, associati o partecipanti, di altre associazioni che svolgono la medesima attività e che per legge, regolamento, atto costitutivo, o statuto fanno parte di un’unica organizzazione locale o nazionale, dei rispettivi associati o partecipanti e dei tesserati dalle rispettive organizzazioni nazionali, assumano la natura di proventi non commerciali. In sostanza il legislatore fiscale ha previsto alcune condizioni che, ove realizzate, consentono di non considerare proventi tassabili le somme conseguite a fronte di specifiche prestazioni. Tali corrispettivi, diversamente, dovrebbero essere considerati quali entrate aventi natura commerciale. Le condizioni sono indicate qui di seguito: - le prestazioni devono essere poste in essere da un’associazione sportiva, cioè avente le caratteristiche di cui all’art. 90 della legge n. 289/2002, e cioè la denominazione sociale con l’indicazione del carattere sportivo dilettantistico dell’attività, le norme sull’ordinamento interno ispirate al principio di democrazia e di eguaglianza dei diritti di tutti gli associati, e così via; - devono essere rese in diretta attuazione degli scopi istituzionali; - devono essere rese nei confronti degli iscritti, associati o partecipanti che abbiano diritto di voto per l’approvazione e le modifiche dello statuto e dei regolamenti per la nomina degli organi direttivi dell’associazione; - gli statuti devono essere conformi alle clausole indicate dagli artt. 148 del TUIR e 90, comma 18 della legge n. 289/2002, e cioè devono prevedere l’obbligo di redigere ed approvare annualmente un rendiconto, la libera eleggibilità, e così via. La costituzione delle società di capitali senza scopo di lucro ha fatto sorgere, sin dall’approvazione dell’art. 90, il problema dell’applicazione delle suddette disposizioni anche nei confronti di questa nuova categoria di soggetti.
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