Il quesito
Risposta di: Gianpaolo CONCARI

Le norme di riferimento sono contenute nell'art. 63-bis d.l. 25/06/2008 n. 112 in cui si stabilisce che le quote del 5 per mille possono essere attribuite agli enti che svolgono una rilevante attivita' di interesse sociale, demandando ad un successivo decreto del Ministro dell'economia e delle finanze la regolamentazione più puntuale del concetto.
Con il successivo d.m. 02/04/2009 del Ministero dell'Economia e delle Finanze si è quindi disposto che possano accedere alla ripartizione dei fondi 5 per mille, quelle associazioni sportive dilettantistiche che, affiliate
- ad una federazione sportiva nazionale,
- ad una disciplina sportiva associata
- o ad un ente di promozione sportiva
riconosciuti dal CONI, svolgano attività di rilevante attività di interesse sociale.
Per tali attività si intendono quelle che svolgono le attività:
- di avviamento e formazione allo sport dei giovani di eta' inferiore a 18 anni,
- di avviamento alla pratica sportiva in favore di persone di eta' non inferiore a 60 anni,
- nei confronti di soggetti svantaggiati in ragione delle condizioni fisiche, psichiche, economiche, sociali o familiari
Fatte queste precisazioni, mai si è provveduto a sciogliere due problemi conseguenti a questi enunciati:
- se un'associazione svolge il 40% della propria attività a favore di giovani di età inferiore a 18 anni, un altro 40% verso gli anziani e un 20% a favore di soggetti svantaggiati, è indubbio che l'intera attività svolta sia da considerarsi ad elevato impatto sociale (sfido chiunque ad affermare il contrario) ma nessuno dei tre settori è "prevalente" rispetto alla globalità delle attività svolte. Si tratta, evidentemente, di un problema di pessima formulazione della norma per cui si può affermare che, se con uno solo o più dei settori indicati, si raggiunge la "prevalenza", l'associazione può legittimamente accedere alla ripartizione dei fondi.
- quali elementi debbano essere presi in considerazione per valutare la prevalenza: numero di tesserati? correlazione dell'ammontare dei proventi da tesseramento e corrispettivi specifici da una parte e ammontare complessivo di tutti i proventi? correlazione tra proventi da tesseramento e corrispettivi specifici dei settori ad elevato impatto sociale da una parte e proventi istituzionali dall'altra? A parere di chi scrive si ritiene corretto mettere in correlazione proventi da tesseramento e corrispettivi specifici dei settori ad elevato impatto sociale (numeratore) e totale dei proventi istituzionali (denominatore). Se il risultato della frazione (moltiplicato per 100) è superiore al 50%, l'associazione può partecipare alla ripartizione dei fondi 5 per mille. Per "corrispettivi specifici" intendo non solo i corrispettivi che derivano da somme versate dagli associati per l'attività sportiva svolta ma anche da eventuali convenzioni stipulate con enti pubblici o privati.