Il quesito
Dal 1/07/2022 in presenza di ricavi/compensi 2021 (eventualmente ragguagliati ad anno in caso di inizio attività nel 2021) superiori a € 25.000 le a.s.d. che aderiscono alla legge 398 sono obbligate all'emissione della fattura elettronica. Si chiede se il tetto di € 25.000 sia da considerare escluso IVA, e quindi solo per la parte imponibile; e sì, se la quota del 50% di IVA forfettaria che rimane nelle casse della a.s.d. vada sommata all'eventuale imponibile come ricavo/compenso che concorre al fine del superamento della soglia dei 25.000 euro
Risposta di: Stefano ANDREANI
I compensi vanno considerati al netto dell’IVA: solo la parte imponibile.
Non è stato purtroppo ancora chiarito se nel limite dei 25.000 euro debbano essere considerati i solo ricavi commerciali o tutti i proventi, compresi quindi quelli istituzionali/decommercializzati; nel dubbio non possiamo che suggerire, per prudenza, di considerarli tutti, anche se trattandosi di fatturazione, e quindi di un adempimento IVA, parrebbe logico considerare i soli ricavi rilevanti ai fini di tale tributo.
Poiché il 50% dell’IVA forfetariamente detraibile concettualmente non è un ricavo ma un minor costo (sostituisce l’IVA effettivamente pagata sugli acquisti, che sono stati contabilizzati fra i costi nell’importo al lordo di tale imposta) ci pare non corretto considerarlo un ricavo rilevante ai fini del superamento del limite dei 25.000 euro.
Ma anche qui suggeriamo prudenza, anche perché la fatturazione elettronica non è un adempimento di difficoltà tale da farci ritenere opportuno correre il minimo rischio.