L’indagine confronta i dati italiani con quelli europei: si stima che il totale dei costi sostenuti dalle persone fisiche per lo sport, all?interno dell?UE, sia pari a 100 miliardi annui (in euro), a cui va aggiunto anche il valore economico del volontariato che si attesta intorno ai 28 miliardi di euro, con circa 15 milioni di volontari impegnati settimanalmente per 4 ore. L’eterogeneità di comportamenti dei soggetti pubblici unitamente alla diversa capacità di spesa dei cittadini determina una propensione allo svolgimento dell’attività sportiva molto diversa tra Nazioni, evidenziando pertanto la correlazione tra ricchezza nazionale (misurata come PIL/Pro capite) e diffusione dello sport: purtroppo in Italia, accanto a Grecia e Austria, si pratica sport sotto la media europea a parità di capacità di spesa.
Ma quali sono i numeri nel nostro Paese? In dieci anni i praticanti uno sport in modo continuativo sono aumentati di circa due milioni, attestandosi intorno alla cifra totale di 13 milioni, di cui circa un terzo (4,5 milioni) sono tesserati, questi ultimi in netta maggioranza uomini. La percentuale di sedentari – soprattutto tra le donne e tra i ragazzi in età scolare – è tuttavia ancora troppo alta, così come eccessivamente eterogenea tra nord e sud è la diffusione della pratica sportiva (e della presenza di impianti) sul territorio. Lo studio conferma poi un dato che è di tutta evidenza in chi opera nel mondo dello sport: in Italia sono oltre 200 milioni le ore di lavoro volontario, un elemento, questo, caratteristico dello sport italiano che nel Libro viene rappresentato come un positivo fenomeno di passione civile ma anche come un vincolo allo sviluppo di un approccio professionale.
Il cenno al volontariato porta ovviamente a parlare di soldi… I contributi pubblici allo sport si attestano intorno a 2,5 miliardi di euro, così suddivisi: Stato 25-30%, Regioni 8-10%, Province 3-4%, Comuni 55-60%. Il CONI, in particolare, ha ricevuto, nel 2012, € 409 milioni (in diminuzione rispetto agli anni precedenti) che ha provveduto a ridistribuire a tutti gli attori del sistema sportivo nazionale (oltre € 220 milioni alle FSN e € 21 milioni agli Enti Sportivi: EPS, DSSA, AB, FFAA). Il CONI alloca i contributi utilizzando una serie di parametri oggettivi e coerenti con i diversi ambiti di attività gestita (preparazione olimpica / alto livello, attività agonistica, promozione dello sport territorio e attività di funzionamento e progetti speciali). I contributi erogati da Regioni e Enti Locali evidenziano risultati eterogenei in termini di “contributi per cittadino residente” con un rapporto di 1 a 10. Anche per quanto riguarda la destinazione dei contributi di Regioni e Enti Locali si evidenziano comportamenti differenti sul territorio: in alcune Regioni la destinazione prevalente è l’impiantistica sportiva, in altre prevale il finanziamento diretto alle Società Sportive.
Il PIL direttamente legato allo sport è pari a 25 miliardi di euro (1,6% del totale nazionale), mentre l’Export di prodotti sportivi si attesta introno a 1,8 miliardi di euro (saldo attivo con l?estero di € 240 milioni). Si stima inoltre che le entrate erariali attribuibili allo sport siano pari a circa 5 miliardi di euro.
Lo Studio si conclude con l’indicazione di importanti obiettivi: anzitutto l’aumento della diffusione della pratica sportiva attraverso iniziative mirate a segmenti specifici della popolazione attualmente meno propensi a praticare attività fisica o sportiva: le donne, i ragazzi sotto i 14 anni e i residenti nelle regioni del sud; e poi l’estensione di due importanti progetti
di diffusione dello sport nella scuola, “Alfabetizzazione Motoria” e “Giocosport”, già avviati in via sperimentale, per consentire a tutti gli alunni della scuola primaria di praticare almeno due ore settimanali di attività sportiva con insegnanti qualificati. Si conferma ancora una volta che l’investimento sulla e nella scuola è una delle carte vincenti per un Paese che vuole guardare al futuro, e non solo a quello sportivo. Ne avevamo dubbi?!?