Il quesito
Risposta di: Gianpaolo CONCARI
A parere di chi scrive, la norma invocata non pare essere applicabile al caso prospettato.
L’art. 100, comma 2, TUIR infatti riporta che
(dal reddito di impresa sono deducibili – ndr -) le erogazioni liberali fatte a favore di persone giuridiche che perseguono esclusivamente finalità comprese fra quelle indicate nel comma 1 o finalità di ricerca scientifica, nonché i contributi, le donazioni e le oblazioni di cui all’articolo 10, comma 1, lettera g), per un ammontare complessivamente non superiore al 2 per cento del reddito d’impresa dichiarato;
Escludendo infatti le finalità di ricerca scientifica, perché non mi risulta che le a.s.d. ne abbiano, restano le finalità “indicate nel comma 1” che sono:
(…) finalità di educazione, istruzione, ricreazione, assistenza sociale e sanitaria o culto.
Ebbene le a.s.d. hanno come primo obiettivo quello della diffusione della pratica sportiva, la preparazione degli atleti e la partecipazione a manifestazioni agonistiche.
Tuttavia esistono a.s.d. qualificate come Onlus o APS che possono continuare a operare anche dopo la riforma dello sport e che, in virtù del loro status di provenienza o perché già trasmigrate nel Runts, possono ricevere erogazioni liberali ex art. 83, d.lgs. 117/2017 per le quali i donatori (persone fisiche o imprese) hanno la possibilità di dedurre l’onere o godere di una detrazione di imposta in misura ben superiore rispetto alle agevolazioni previste dall’art. 100 T.U.I.R.
Qualora un’impresa volesse sostenere maggiormente una a.s.d. e averne un ritorno fiscale, potrebbe ricorrere all’istituto della sponsorizzazione ma l’operazione avrebbe un impatto fiscale diverso per l’associazione-sponsee.