Il quesito
Risposta di: Stefano ANDREANI

Certamente va in contrasto, e impedisce di poter usufruire della c.d. decommercializzazione dei corrispettivi specifici prevista dal terzo comma del citato art. 148 T.U.I.R.
La lettera “a” citata nel quesito stabilisce infatti che per poter godere della decommercializzazione
le associazioni interessate si conformino alle seguenti clausole, da inserire nei relativi atti costitutivi o statuti redatti nella forma dell’atto pubblico o della scrittura privata autenticata o registrata: a) divieto di distribuire anche in modo indiretto, utili o avanzi di gestione nonché fondi, riserve o capitale durante la vita dell’associazione, salvo che la destinazione o la distribuzione non siano imposte dalla legge
Il comma 3 del d.lgs. stabilisce che
Se costituiti nelle forme di società di capitali e cooperative di cui al Libro V, Titoli V e VI, del codice civile, gli enti dilettantistici possono destinare una quota inferiore al cinquanta per cento degli utili e degli avanzi di gestione annuali … ad aumento gratuito del capitale sociale … oppure alla distribuzione … di dividendi ai soci.
Stabilire statutariamente che si applica tale comma significa concedere la possibilità all’assemblea di distribuire utili fra i soci, ancorché con limitazioni: la violazione dell’art. 148 è evidente, senza se e senza ma.