Il quesito
Risposta di: Maurizio MOTTOLA

Supponiamo di riferirci a una associazione sportiva dilettantistica (ente non commerciale di tipo associativo da tenere ben distinto dalla Società Sportiva Dilettantistica che è invece una società commerciale e di capitali, costituita nella forma di società a responsabilità limitata o cooperativa), che le “quote di iscrizione” siano i corrispettivi specifici incassati da soggetti qualificati (associati, tesserati diretti e indiretti), a fronte delle attività di promozione sportiva (agonistica, didattica e formativa) previste dallo Statuto (conforme, nella forma e nella sostanza, alle clausole ex art. 148, co. 8, T.U.I.R. e art. 90, co. 18, l. 289/2002), riconosciute dal CONI e per le quali sia stato presentato il modello EAS (ex d.l. 185/2008).
Per tali corrispettivi specifici è prevista la “decommercializzazione” ai sensi dell’art. 148, co. 3, T.U.I.R. (e art. 4, co. 4, d.p.r. 633/1972), ovvero la non imponibilità ai fini delle imposte sul reddito e ai fini IVA.
Per i corrispettivi da “sponsorizzazioni sportive” l’a.s.d. può accedere al regime di favore di cui alla l. 398/1991, se ne ricorrono i requisiti soggettivi e oggettivi, tra cui quello del plafond (art. 1, co. 1, L. n. 398/1991) attualmente fissato a euro 400 mila (importo così elevato dall’art. 1, co. 50, l. 232/2016, a decorrere dal periodo d’imposta in corso alla data del 01.01.2017).