Il quesito
Risposta di: Barbara AGOSTINIS
Il quesito posto dalla lettrice offre numerosi spunti di riflessione, relativi non solo al rinnovo delle cariche, ma altresì al rispetto del principio di democraticità, come cercheremo di chiarire.
La tematica del rinnovo delle cariche, disciplinato nell’ambito dello statuto, in quanto rimesso all’autonomia statutaria, è un argomento molto delicato, da affrontare con la massima cautela.
La mancata previsione – all’interno dello statuto – della durata dei singoli organi, suscita qualche dubbio sulla corretta redazione del citato documento. Non si comprende, infatti, come possa non essere prevista la durata che deve essere circoscritta entro limiti precisi per garantire il turn over delle cariche. Normalmente è di quattro anni, per farla coincidere con il quadriennio olimpico.
L’assenza di una simile previsione induce a ritenere che probabilmente lo statuto meriti una lettura e un’attenta revisione, nonché una modifica quantomeno con riguardo a questo aspetto.
L’aspetto, forse più problematico, su cui riflettere è l’affermazione che i componenti del consiglio direttivo si identificano (esaurendoli) con i soci.
Tale realtà pare lesiva del principio di democraticità, il cui rispetto è necessario (ai sensi dell’art. 90 della legge 289/02) per ottenere l’iscrizione al Registro CONI, funzionale al riconoscimento dello status di ente sportivo dilettantistico, presupposto per il legittimo conseguimento di importanti agevolazioni fiscali.
Il citato principio presuppone che tutti i soci siano messi in condizione di condividere le decisioni, le quali non possono essere imposte da un ristretto gruppo di persone. È evidente che, nel caso esposto dalla lettrice, l’assemblea verrebbe a identificarsi con il Consiglio direttivo e le decisioni, seppure formalmente deliberate dall’assemblea, in sostanza sarebbero prese dall’organo amministrativo.
Tale situazione esclude che all’interno dell’ente possa riscontrarsi una vita democratica, la quale, come detto, è requisito fondamentale per potere rimanere iscritti al Registro CONI e percepire legittimamente le agevolazioni fiscali.
Alla luce di simili considerazioni, è auspicabile che il sodalizio valuti attentamente l’opportunità di aumentare il numero dei soci, o, quantomeno, di non identificare i soci con i Consiglieri, per evitare spiacevoli conseguenze in caso di accertamento.