Il perché di questa guida operativa – che vuole rappresentare una raccolta della normativa e degli adempimenti cui sono tenuti i sodalizi sportivi dilettantistici – è presto detto: la mole sempre maggiore e complessa delle regole alle quali sono assoggettati gli enti sportivi costituisce spesso un dedalo intricato e confuso che mette in crisi gli operatori poco avvezzi a maneggiare strumenti che non sono nelle loro “corde” di sportivi dilettanti puri.
Nel corso degli ultimi anni, infatti, il legislatore, soprattutto quello fiscale, ha rivolto spesso l’attenzione nei confronti del mondo dello sport dilettantistico e molteplici sono stati gli interventi che si sono susseguiti nel tempo. Di alcuni di essi merita dare velocemente conto già in questa sede introduttiva.
La l. 16 dicembre 1991, n. 398 (Disposizioni relative alle associazioni sportive dilettantistiche), è stata (unitamente all’abrogata l. n. 80/86) il primo provvedimento normativo che ha disciplinato in modo organico la materia, della quale costituisce tuttora un caposaldo.
Pochi anni dopo la disciplina relativa alle associazioni sportive dilettantistiche, in quanto, in senso lato, enti non commerciali, è stata integralmente riordinata e riscritta per effetto del d.lgs. 4 dicembre 1997, n. 460 (Riordino della disciplina tributaria degli enti non commerciali e delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale), pubblicato in G.U. n. 1 del 2 gennaio 1998, S. O. n.1.
Si sono poi succeduti numerosi interventi, sia legislativi (leggi e decreti, tra i quali i più importanti sono costituiti dall’art. 25 della legge n. 133/99 e dall’art. 37, l. n. 342/2000) che interpretativi (circolari e risoluzioni), che, pur con lo scopo – condivisibile – di fornire chiarimenti e interpretazioni ufficiali e di emanare ulteriori disposizioni agevolative, hanno contribuito, paradossalmente, a produrre effetti contrari in termini di semplificazioni ed a creare una sorta di “giungla normativa” nella quale non sempre è semplice districarsi.
E ancora: gli artt. 5 e 90 della l. 27 dicembre 2002, n. 289 (Finanziaria 2003), e le successive modifiche e integrazioni apportate sia dalle leggi n. 128 e n. 186 del 2004 che da altre disposizioni successive “minori”, hanno apportato una significativa revisione alle normative in vigore, oltre a prevedere, sì, nuove agevolazioni ma anche nuovi adempimenti, in primis l’istituzione del riconoscimento ai fini sportivi da parte del CONI che, in qualità di unico soggetto certificatore dell’attività sportiva dilettantistica, lo attribuisce, attraverso l’iscrizione al Registro delle Società ed Associazione Sportive Dilettantistiche, ai sodalizi affiliati alle Federazioni Sportive nazionali, agli Enti di Promozione Sportiva o alle Discipline Sportive Associate che ne facciano richiesta e che siano in possesso dei requisiti richiesti dalla legge: riconoscimento che assume valenza anche ai fini tributari.
L’art. 90, l. 289/2002 ha inoltre esteso l’applicazione delle agevolazioni fiscali previste in favore delle associazioni sportive dilettantistiche anche alle società sportive dilettantistiche costituite in forma di società di capitali senza scopo di lucro e Cooperative, è
Tra le novità legislative più recenti meritano di essere citati l’art. 30 del d.l. n. 185/2008 (c.d. decreto “Anti Crisi”) convertito dalla l. n. 2/2009 – che ha introdotto nuove importanti disposizioni finalizzate sì al controllo dell’attività dei circoli privati ma riguardanti anche il mondo sportivo dilettantistico; e l’art. 35 del d.l. n. 207/2008, che è intervenuto in materia di qualificazione fiscale dei compensi erogati agli sportivi dilettanti.
Occorre inoltre considerare che le associazioni e Società sportive dilettantistiche sono assoggettate, tra le altre, anche alla legislazione in materia di IRAP, Imposta sugli Intrattenimenti, INPS/ENPALS e INAIL per quanto riguarda i collaboratori, sicurezza dei luoghi di lavoro e privacy.
Fin qui il quadro, per così dire “a volo d’uccello”, dei più importanti riferimenti normativi: ma non si può chiudere questa breve introduzione senza fare cenno alla circostanza che sono sempre più numerose le associazioni e società sportive dilettantistiche che gestiscono impianti sportivi, sia propri che di proprietà pubblica, in regime di concessione, grazie soprattutto a interventi legislativi volti a creare in favore delle stesse una via preferenziale alla gestione di impianti degli Enti Pubblici Locali (v. art. 90, co. 24-26, della già citata l. 289/2002, n. 289). Verificandosi tali situazioni, le problematiche legate alla gestione degli impianti sono numerose e complesse e richiedono da parte del soggetto affidatario capacità organizzative e imprenditoriali e, soprattutto, un approccio aziendale all’attività di gestione, attraverso una netta separazione della stessa dall’organizzazione dell’attività sportiva dilettantistica.
In considerazione della crescente importanza economica assunta dal movimento sportivo dilettantistico, e nell’ottica di operare un efficace controllo affinchè le agevolazioni fiscali e contributive riconosciute allo stesso non siano oggetto di utilizzo improprio se non addirittura di veri e propri abusi, si sono recentemente intensificati anche i controlli da parte degli organi di vigilanza (Guardia di Finanza, Agenzia delle Entrate, SIAE, Ispettorati del Lavoro ed ENPALS), controlli dai quali nella gran parte dei casi i soggetti verificati non sono usciti indenni.
In definitiva, la gestione di una associazioni sportiva dilettantistica assomiglia sempre di più a quella di una (piccola) impresa, ancorché senza scopo di lucro. Ciò non deve essere necessariamente visto in termini negativi, in quanto “dilettantismo” non può – come purtroppo è accaduto in passato – essere interpretato quale sinonimo di “approssimazione” o “ignoranza”, bensì in senso di espletamento a livello di volontariato di un’attività correttamente impostata e gestita sotto tutti gli aspetti, sia sportivo che amministrativo.
In quest’ottica, anche sulla scorta del bagaglio di esperienze vissute dai consulenti Fiscosport, il Vademecum si pone l’obiettivo di offrire, con uno stile espositivo ed un linguaggio più semplici e concreti possibile, un panorama completo e organico delle problematiche e delle regole inerenti la gestione amministrativa di una società sportiva dilettantistica.
Considerata la finalità ora descritta, saranno a volte sacrificati alcuni aspetti più “dottrinali”, evitata l’indicazione esasperata delle fonti normative, così come l’utilizzo di alcuni termini potrebbe apparire in alcuni casi non puntuale agli occhi del “tecnico”; di questo fin d’ora ci scusiamo, nella consapevolezza che ulteriori e più precisi approfondimenti saranno affrontati nell’ambito delle Newsletter in apposite trattazioni monografiche.
Giuliano Sinibaldi